La Terra degli Eternamente Giovani


TIR-NA-N-OG, W.B.YEATS

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mab66
view post Posted on 25/12/2009, 04:23




LA TERRA degli ETERNAMENTE GIOVANI



( da " Fairy and Folk Tales of Ireland " di W.B.Yeats )






" C'è un Paese chiamato Tir-na-n-Og che significa il Paese dei Giovani perché vecchiaia e morte non l'hanno scoperto; né vi si sono avvicinate lacrime o forti risate . I boschi più ombrosi lo ricoprono in perpetuo. Un uomo vi si recò e ne è ritornato. Il bardo Oisin, che andava vagando su un bianco cavallo, muovendosi sulla superficie della spuma con la sua fatata Niamh, ci visse trecento anni e poi tornò per cercare i suoi compagni. Nell'attimo in cui toccò terra con il piede, i suoi trecento anni gli caddero addosso e si piegò a metà e la sua barba spazzò il terreno. Prima di morire, descrisse a Patrizio il suo soggiorno
nella Terra della Giovinezza. Da allora molti l'hanno vista, in diversi luoghi: alcuni nelle profondità dei laghi da dove hanno udito levarsi un vago suono di campane; i più l'hanno vista da lontano all'orizzonte, mentre scrutavano dalle scogliere occidentali. Neppure tre anni fa un pescatore ebbe l'impressione di averla scorta. Non appare mai se non per annunciare qualche sconvolgimento nel paese..."


Yeats era un poeta e quella che si direbbe "una bell'anima" . Mi piace come descrive... ciò che non condivido. Irlandese, conosceva il Gaelico quanto me, e, pur animato da un grande amore e lodevoli intenzioni, girava per le campagne alla ricerca delle sue "fonti" fiabesche con un interprete. Ma questo è il meno. "Visitava" il mondo celtico portandosi dietro la zavorra incompatibile del suo Romanticismo. Perfino Deirdre è un'eroina tragica, la sua storia è passionale, tragica,
misterica, non romantica.
Tir-na-n-Og, qui impastato con le stratificazioni di leggende, credenze e superstizioni successive, è un Mito che ricorre in tutte le ère di tutte le regioni del mondo. Nomi diversi, caratteristiche differenti... ma Avalon, la stessa Atlantide, le favolose Isole delle Donne... appartengono a tutti.
Questa è una delle leggende riportate da Yeats . Attinta da una raccolta di T.C.Croker.



" La LEGGENDA di O'DONOGHUE "





In un tempo così lontano che non se ne conosce l'epoca precisa, un capo di nome O'Donoghue reggeva le terre che circondano il romantico ( sic!) Lough Lean, ora chiamato il lago di Killarney.
Saggezza, generosità e giustizia distinguevano il suo regno, e la prosperità e la felicità dei suoi sudditi ne erano il naturale risultato.
Si dice che fosse rinomato per le sue imprese guerresche quanto per le sue virtù in tempo di pace; e a riprova del fatto che la sua amministrazione interna pur essendo benevola non era meno rigorosa, si è soliti additare allo straniero un ' isola rocciosa chiamata " la prigione di O ' Donoghue ", luogo in cui questo principe una volta aveva confinato il suo stesso figlio per alcuni atti di turbolenza e di insubordinazione.
La sua fine - perché non può essere propriamente detta la sua morte - fu misteriosa e singolare. Durante una di quelle splendide feste per cui la sua corte era famosa, egli, circondato dai più ( sic ! ) eccellenti fra i suoi sudditi, era impegnato in un racconto profetico degli avvenimenti che si sarebbero succeduti nelle epoche a venire I suoi ascoltatori seguivano ora avvinti dalla meraviglia, ora infiammati d ' indignazione, bruciando dalla vergogna o abbandonandosi al dolore, mentre egli, con fedeltà e precisione narrava gli eroismi, le offese, i crimini e le miserie dei loro discendenti. Nel mezzo delle sue
predizioni egli si levò lentamente dal sedile, avanzò con passo solenne, misurato e maestoso verso le rive del lago e tranquillamente avanzò sulla sua rigida superficie. Quando ebbe quasi raggiunto il centro si fermò un momento, poi, girandosi lentamente, guardò in direzione dei suoi amici e, muovendo le braccia in segno di saluto, scomparve dalla loro vista con l'aspetto sereno di uno che prenda un breve commiato [1].
Il ricordo del buon O ' Donoghue è stato custodito dalle successive generazioni con affettuosa venerazione, e si crede che all'alba di ogni Calendimaggio, anniversario della sua sparizione, egli visiti di nuovo i suoi antichi possedimenti; in genere solo a pochi privilegiati è permesso vederlo e questo onore costituisce sempre un auspicio di buona fortuna per gli spettatori prescelti.
Quando ciò è concesso a molti, è segno sicuro di raccolto abbondante - una benedizione la cui mancanza non venne mai sentita dal popolo durante il regno di questo principe. [2]
Erano trascorsi alcuni anni dall ' ultima apparizione di O ' Donoghue .
L 'aprile di quell 'anno era stato piuttosto burrascoso e selvaggio. ma il mattino del primo di maggio la furia degli elementi si era del tutto placata.
L'aria era tranquilla e immobile; il cielo, riflesso nel lago sereno, somigliava a un viso meraviglioso ma menzognero, i cui sorrisi, dopo le emozioni più tempestose, inducono l 'estraneo a credere che appartenga ad un'anima mai turbata da alcuna passione.
I primi raggi del sole nascente indoravano la sommità di Glenaa, quand'ecco che le acque vicino alla costa orientale del lago all ' improvviso si fecero violentemente agitate, sebbene tutto il resto della sua superficie fosse liscio e immobile come una tomba di marmo levigato. Sopraggiunto il mattino, un ' onda spumeggiante si scagliò in avanti e, come un orgoglioso cavallo da guerra dall'alta criniera che esulti della sua forza, si precipitò attraverso il lago verso il monte Toomies. Dietro a quest'onda apparve un maestoso guerriero completamente armato, in sella a un destriero bianco come il latte; il suo pennacchio color della neve ondeggiava con grazia su un elmo d'acciaio lucente e dietro di lui fluttuava una sciarpa azzurra. Il cavallo, che sembrava esultare sotto il suo nobile peso, balzò dietro all'onda sull'acqua che lo sosteneva come fosse terraferma, mentre a ogni salto una miriade di spruzzi che scintillavano brillando al sole del mattino veniva lanciata in alto.
Il guerriero era O ' Donoghue; era seguito da innumerevoli giovani e fanciulle che si muovevano leggeri e senza sforzo sulla superficie dell'acqua come le fate lunari scivolano attraverso i campi dell'aria; erano uniti da ghirlande di deliziosi fiori
primaverili e ritmavano i loro movimenti secondo le note di una melodia incantevole.
Quando O ' Donaghue ebbe quasi raggiunto la sponda occidentale del lago, girò di colpo il suo destriero e diresse il suo corso verso la costa orlata di boschi di Glenaa; era preceduto dall ' onda enorme che si arricciò e spumeggiò fino all ' altezza del collo del cavallo, le cui froge ardenti fremevano al di sopra di quella. Il lungo corteo delle persone che lo accompagnavano seguiva con giocose deviazioni la scia del suo capo e avanzava con incomparabile agilità al suono della musica celestiale, finché, quando entrarono nello stretto canale tra Glenaa e Dinis, furono a poco a poco avvolti dalle nebbie che fluttuavano ancora a tratti sul lago e svanirono alla vista degli stupiti osservatori. Il suono della loro musica però giungeva ancora all'orecchio e l'eco, raccogliendo le armoniose note, le ripeteva teneramente e le prolungava in toni sempre più sommessi, finché l'ultima debole risonanza svanì e coloro che avevano ascoltato si svegliarono come da un sonno di letizia. "

Da una nota in appendice : " Tìr - na- n- Og, il Paese dei giovani, è il luogo, vi diranno i contadini irlandesi, in cui geabhaedh tu an sonas aer pighin , ' otterrete la felicità come un penny ' , tanto essa sarà comune e a buon prezzo. A volte, ma non spesso, è chiamato Tir - na - hoige, il Paese della Giovinezza. Crofton Croker lo scrive Thierna - na - noge, il che è uno sbaglio increscioso da parte sua, perché Thierna significa signore e non 'paese' ."[ Douglas Hyde] "


[1] In questo tipo di leggende, l'Eroe si allontana convinto di allontanarsi per breve tempo. Il punto, il significato stesso del mito era che nella Terra degli Eternamente Giovani, il Tempo trascorreva in modo completamente diverso rispetto al mondo dei mortali...

[2] Così, dal "rimescolamento" cristiano riemerge l'antica Fede: l'integrità fisica, e, successivamente, morale del Re determinava il benessere materiale del popolo.








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Edited by mab66 - 25/8/2014, 14:09
 
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